martedì 25 luglio 2023

LE BUONE AZIONI ALIMENTARI



https://youtu.be/ieCnK9oBFJ4

6 ALLA RICERCA DEL BUON GUSTO

Alla ricerca del buon gusto raccoglie in maniera sistematica le recensioni pubblicate sul mensile savonese Il Letimbro nella rubrica Dalla parte del gusto e poi apparse nel blog  HOMO LUDENS https://nonmirompereitabu.blogspot.com/ 

EQUOSOLIDALE

 


 https://youtu.be/hpcPyzVJXCQ


I FURBETTI DELL'EQUOSOLIDALE

Quando si tratta di cibo noi italiani ci informiamo su ciò che stiamo comprando; leggiamo le etichette e riconosciamo il grado di genuinità di un prodotto. C’è chi preferisce cibo stagionale oppure biologico. E c’è chi va oltre, scegliendo l’Equo e Solidale, convinto che le nostre abitudini di consumo non debbano essere legate ad alcun tipo di sfruttamento. Ma la formula Equo e Solidale cos’è? E i prodotti, sono davvero “etici”? Molti dei prodotti che consumiamo quotidianamente provengono dal sud del mondo: banane, caffè, cacao, zucchero di canna, farine e così via. Le aziende multinazionali hanno compreso i vantaggi di rifornirsi da questi paesi sfruttando le risorse localmente disponibili. La distribuzione stabilisce le modalità di vendita, prezzo al produttore e prezzo al consumo, ed ovviamente lì sta il suo guadagno. Nel sistema Equo e Solidale, una filiera più corta mette in contatto il produttore con le botteghe di vendita, la differenza tra prezzo pagato alla produzione e prezzo pagato al consumo è più contenuta. Tuttavia i prodotti del sistema Equo e Solidale costano di più rispetto a quelli del supermercato perché si vuole creare sviluppo sociale nelle cooperative di produzione. Poiché il senso di colpa dei consumatori ricchi nei confronti di chi sta peggio grazie ad una martellante campagna pubblicitaria è tenuto desto, i prodotti Equo e Solidali hanno ottenuto un certo successo. Molte aziende (vedi la Coop), fiutando un potenziale business, hanno creato delle linee di prodotto definite tali. Il mondo della bontà ha alzato un grido di protesta ed ha rilanciato: sulle confezioni deve esserci il marchio di certificazione Fair Trade.

https://youtu.be/1ufioGDziX4

Come va la rivoluzione del fair trade, il commercio equo e solidale? Andava bene. Un giro d'affari da 6 mld$. Un tasso di crescita del 27% annuo. Oltre 1 milione e 150mila contadini dei paesi più poveri strappati alla “miseria”. Pensate alle piantagioni del Nicaragua e del Burkina Faso. È qui che la rivoluzione dell'equo e solidale prometteva di riequilibrare la bilancia del commercio dalla parte dei contadini sottopagati. Ma allora perché si sono messi a litigare come i vecchi capitalisti di una volta? Fair Trade Usa è uscita da Fair Trade International: un'amputazione. Con un giro d'affari di 2 mld$ gli americani costituivano un terzo di quel mercato. Per l'organizzazione è un colpo che rischia di essere fatale. Fair Trade Usa adesso etichetta i prodotti equi col proprio marchio. Il presidente Paul Rice non vuole più restare in un movimento “piccolo e puro”, ma vuole il commercio equo per tutti. La scissione americana è stata la prima scossa del terremoto. Infatti anche in Fair Trade International c’è maretta. Da una parte uno dei due fondatori del movimento, Nico Roozen, spinge per l'apertura al mercato e il coinvolgimento sempre maggiore delle multinazionali. Dall'altra il cofondatore, Frans van der Hoff, sostiene che così facendo si tradisce il movimento. Se si dà l'etichetta di fair trade anche alle grandi piantagioni che accettano di sottostare alle regole del fair trade, si costringere i padroni ad applicare le regole ai coltivatori delle grandi piantagioni che sono i veri ultimi del mondo. Ma se si abbassa la soglia degli ingredienti necessari per etichettare un prodotto "equo" dal 20 al 10 % il meccanismo permette di far entrare nel mercato colossi come Starbucks, Green Mountain, WalMart, Coop e Conad. Ovviamente se entrano loro, le bottegucce delle nazioni ricche dal sapore hippy old fashion hanno i giorni contati. Qualche poveretto da noi ci campava, male, ma ci campava. Qualche politico ci faceva la cresta elettorale sopra. Qualche acquirente si illudeva persino di fare del bene mangiando più cioccolato e bevendo più caffè. E adesso?

https://youtu.be/LyJkiQYNyPA

Se navigate su www.fairtrade.org.uk, sito dell'organizzazione leader del commercio equo e solidale, scoprirete che un’economia diversa non è solo possibile, ma già c'è. La galleria fotografica del sito, seconda solo al National Geographic, mostra un’Africa, un’Asia e un Sud America come non le avete mai viste. Colori smaglianti, piantagioni modello, volti sorridenti, cortili lindi, casette colorate, signore in sari che raccolgono foglioline di thè come fossero orchidee, contadini felici. Chissà perché emigrano, uno si chiede.
Se l’è chiesto anche il Financial Times (sapete, il giornale vangelo quando attaccava Berlusconi, ma caduto in disgrazia dopo le inchieste sull’equo-solidale?) ed ha scoperto che l'ottimo caffè etico che ormai si vende anche nelle grandi catene multinazionali redente, come Mc Donald e Starbucks, sa un tantino di bruciato. Il reporter Hal Weitzman l’ha assaggiato in Perù, principale fornitore del caffè Fairtrade. Primo: i lavoratori impiegati dalle associazioni che aderiscono alla fondazione sono pagati al di sotto del minimo legale. Secondo: caffè di origine ignota viene contrabbandato per certificato e venduto come tale. Terzo: una parte del caffè «equo e solidale» cresce in aree protette, come le foreste pluviali. Alla faccia dell'ambiente. Le immagini satellitari non mentono.
Ma come cavolo avviene allora il processo di certificazione usato da Fairtrade? Naturalmente nessun certificatore può garantire che sarà comprato il 100% della produzione di una cooperativa, quindi come è possibile assicurare che ogni confezione soddisferà gli standard? Nessuno infatti pretende questo. Ma perché allora vantarsi eticamente e chiamare ciò che si vende «politicamente corretto»? Lo stile pubblicitario ed il merchandise ricalcano né più né meno quello di qualsiasi prodotto o brand. Zucchero, cioccolato, banane, miele, riso, fiori, cosmetici, birra, vino, palloni da calcio, bananone di plastica (al modico prezzo di 10 $) tutto va ben tutto fa brodo. Sotto il marchio «equo e solidale» un numero crescente di acquirenti occidentali si sciacqua la coscienza e non si sente troppo in colpa di essere un bieco consumatore affamatore di poveracci già sull'orlo della miseria. Persino certi governi fanno a gara nel favorire imprese tanto virtuose con sgravi fiscali e agevolazioni assortite.
Certo l’umiliazione non basta. Bisogna aprire anche il portafoglio. I prodotti equi sono per ricchi, costano più dei loro omologhi «scorretti». La vulgata militante risponde che sono più onerosi all'origine, perché non nascono da uno sfruttamento. Ma se all'origine costano addirittura meno, e sfruttano lo stesso, compresa la buona fede di chi acquista, allora si chiama truffa.
Ad esempio, quattro delle cinque piccole imprese certificate Fairtrade visitate dall'inviato del Financial Times in Perù, pagano ai lavoranti a giornata 10 sol, circa tre dollari (solo una arriva a 12) per un orario no-stop dalle 6 del mattino alle 16,30 del pomeriggio. Là dove la tariffa minima è di 11,20 sol.
Da quando tutti vogliono il «caffè etico» il sistema è impazzito e per soddisfare la domanda si fa passare per «etico» caffè qualsiasi comprato chissà dove da chissà chi.
Ma ‘cca nisciuno è fesso.

https://youtu.be/HfNehPSxy6E


Se produco 15 ton/anno di zucchero che costa 100, e lo vendo con un margine di 10 per ogni ton, guadagnerò al massimo 150. Se converto una coltivazione di barbabietola in canna da zucchero, per arrivare alla stessa quantità di zucchero ci debbano lavorare cinque volte tante persone. Se il guadagnavo, diciamo 20.000 € l’anno, il mio reddito calerebbe ai 4.000 €, poiché lo dovrò dividere con altri 4 cioè piomberemmo tutti nella miseria più nera. Viceversa convertendo una piantagione di zucchero di canna in barbabietole il reddito quintuplicherebbe. Inoltre, mentre lo zucchero di canna viene trasportato spessissimo in forma liquida e poi lavorato altrove, lo zucchero di barbabietola necessita di lavorazione industriale. Occorrono ingegneri chimici, meccanici, elettronici, ecc.
Il primo passo, se si vuole veramente lo sviluppo dei paesi poveri, consiste nel passaggio da produzioni a basso reddito, verso produzioni ad alto reddito. Comprando le cose che producono oggi vuol dire mantenerli nella miseria perché una produzione a basso reddito produce solo miseria.
Il ComES non va compra microchip o software in Brasile, ma compra caffè, nemmeno torrefatto e canna da zucchero. Due delle produzioni a più basso tasso di reddito del mondo. Si otterrà che sempre più gente sarà impegnata in un settore economico senza riscatto, perchè i pochi soldi che si guadagnano con tale produzione vanno divisi in troppi. Inoltre il valore aggiunto è basso. Se per un prodotto molto raffinato sono necessari 10-15 passaggi, il risultato è una catena di distribuzione, di trasporti e di servizi che non solo ne alza il prezzo, ma ne alza il reddito. Per produrre un microprocessore si produce più PIL (e quindi si sfama più gente) rispetto a produrre un sasso dipinto.
I paesi che commerciano cose più raffinate e lavorate vedono salire la propria bilancia commerciale, è questa la produzione che sfama più gente.
In un negozio del ComES c’è merce volutamente pochissimo lavorata, viene ostentata la mancanza completa di lavorazione industriale, quasi fosse un pregio, come se il prodotto più primitivo fosse quello che maggiormente rispetta e arricchisce queste popolazioni. Ma non è assolutamente vero, se comprassimo lo zucchero di canna in sacchi, dovremmo almeno pagare un tizio che lo mette dentro i sacchi. Magari prima o poi lo farà con una macchina, e qualcun la dovrà manutenere. È così che si produce sviluppo. Invece no, lo zucchero viene esportato in forma liquida, perchè è più semplice ficcarlo dentro una nave cisterna: la follia pura. Se si iniziasse a lavorare quello zucchero, nascerebbero gli operai, i cui figli potrebbe studiare.
Alimentare la cultura secondo cui il cioccolato grezzo è migliore perché aiuta di più i contadini che lo coltivano, è errato. Comprare vestiti di lana grezza, non fa che condannare una parte del pianeta già poco produttiva a vivacchiare su acquisti che sanno più di elemosina che di vero commercio. Se il ComES volesse lo sviluppo, dovrebbe iniziare a scegliere produzioni più redditizie, o almeno a chiedere prodotti sempre più raffinati, confezionati e semilavorati, per formare le prime figure professionali a reddito più alto. Ma se ci si ostina a preferire, per scelta ideologica, il prodotto meno lavorato, non si farà altro che rinforzare la gabbia di miseria nella quale questi paesi vivono. Il ComES è complice di un mercato che produce solo poveri, uno status quo che produce miseria. In altre parole si tratta, consapevolmente o meno, di una nuova forma di neocolonialismo.

6 ALLA RICERCA DEL BUON GUSTO

Alla ricerca del buon gusto raccoglie in maniera sistematica le recensioni pubblicate sul mensile savonese Il Letimbro nella rubrica Dalla parte del gusto e poi apparse nel blog  HOMO LUDENS https://nonmirompereitabu.blogspot.com/

ABOUT SLOW FOOD

 

IL CONTAGIO DELLA MOLTITUDINE


https://youtu.be/w5aJCB5VPTo


LO GNOCCO FRITTO

https://youtu.be/srn3-hr89jg



Acqua microfiltrata


https://youtu.be/qEee6lHUcVs


SLOW FOOD 1

https://youtu.be/tpxvY7cGg0k


SLOW FOOD 2

 https://youtu.be/6neJzWI1rBo


SLOW FOOD 3

https://youtu.be/eVoRNQtAAhc

6 ALLA RICERCA DEL BUON GUSTO

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VEGANO

 


https://youtu.be/jIJaKAWJLXk

Vegani contro big pharma
Una delle misure preferite con cui misurare la purezza del perfetto militante ecologista è quello che mangia. Meno è carnivoro più è puro. Naturalmente anche qui ci sono diversi livelli di purezza. Se i vegetariani non mangiano la carne, i vegani non mangiano nemmeno pesce, latte, panna e yogurt. Quella sciagurata della loro madre da neonati li allattava al seno, quella bastarda. Ma adesso (la follia non ha limiti) ci sono quelli che si rifiutano di indossare cuoio, lana, seta, e persino di mangiare miele, che proviene dallo sfruttamento degli animali. Naturalmente il folle non è contento nemmeno se mangiamo verdura, frutto della speculazione dell'industria agraria che spreca tanta acqua e usa tanti pesticidi. Il gourmet si nutre di succo di ortiche, zuppa di topinambour e tisane di santoreggia.
Il militante ecologista studia sul libretto verde di Gaia. Ma ciò non basta a farlo stare in buona salute. E' preoccupato ed allora ci vuole preoccupare. Il paracetamolo che sta rendendo sterile il figlio ha accelerato la pubertà della figlia. Non contento di aver appurato che cellulari, giochi telecomandati e schermi televisivi sono perturbatori endocrinici, allergenici e cancerogeni, scopre che il nemico se l'era covato come una serpe in seno. Gli avevano detto che bisognava usare le lampadine a basso consumo, ma esse, oltre a fare poca luce, contengono il mercurio. L'eolico, arrivato trionfalmente sul sottofondo di un canto folk, provoca acufeni, vertigini ed aritmie cardiache nel bestiame. Non parliamo dei poveri pipistrelli... un'ecatombe. E meno male che il ritorno alla natura ci avrebbe reso felici.

6 ALLA RICERCA DEL BUON GUSTO

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LA DIVERTENTE STORIA DELLA FRAGOLA PESCE

 



https://youtu.be/2F0n1frugHQ

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lunedì 24 luglio 2023

RAZIONALIZZAZIONE VIARIA DELL'OLTRELETIMBRO

https://youtu.be/EgprruwmIGk


RAZIONALIZZAZIONE VIA MIGLIARDI E VENE' E AREA MOTTURA FONTANA

Il progetto mira a razionalizzare il tracciato di Via Migliardi e Vené mettendola a sistema con le vie Calamaro e Servettaz attraverso una rotonda.Le limitrofe aree in cui era collocata Mottura Fontana, in stato di abbandono e degrado da decenni, vanno recuperate ed utilizzate per edilizia sportiva con l'edificazione di un Nuovo Palazzetto dello Sport che farebbe sistema con quello esistente nell'adiacente Corso Tardy e Benech, ormai insufficiente, e potrebbe essere co-utilizzato dalle Scuole Elementari Astengo.



UNA ROTONDA TRA C.SO TARDY E BENECH E VIA GIUSTI E VIA CALAMARO
La gestione degli incroci nella viabilità urbana di Savona può essere ottimizzata attraverso l'uso sistematico delle rotonde. Quella che proponiamo razionalizza l'attraversamento di Corso Tardy e Benech tra via Giusti e via Calamaro.


UNA ROTONDA A SAVONA TRA C​.​SO TARDY E BENECH E VIA SERVETTAZ
La presente petizione ha lo scopo di razionalizzare la mobilità savonese, rendere più fluido il traffico in Corso Tardy e Benech, risparmiare almeno 10 mila €/anno di elettricità, abolendo le postazioni semaforiche dell'incrocio con le vie Servettaz e De Amicis e sostituendole con una rotonda.

UNA ROTONDA ALL'INCROCIO TRA CORSO VIGLIENZONI E CORSO TARDY E BENECH
Questa petizione rientra nel novero della sistematica sostituzione di tutti i semafori di Savona con apposite rotonde. In questo caso si tratta di facilitare la circolazione sull'affollatissimo asse stradale di Corso Tardy e Benech da e verso il centro sostituendo i semafori attivi all'incrocio con Corso Viglienzoni. L'intervento porta ad un considerevole risparmio nel consumo di energia elettrica stimabile a circa 10 mila €/anno.



RAZIONALIZZAZIONE DI PIAZZA DELLA CONSOLAZIONE 
Piazza della Consolazione a Savona è un nodo viario, regolato per quanto possibile da un semaforo che però non garantisce la separazione tra traffico veicolare e pedonale, intricato per la convergenza di 5 flussi di traffico significativi (3 monodirezionali convergenti, Ponte di Santa Rita, via Collodi e via De Amicis; e 2 bidirezionali convergenti/divergenti; Corso Viglienzoni e Corso Ricci). La proposta prevede la sostituzione del semaforo con una rotonda, l'eliminazione del piccolo parcheggio antistante la Chiesa seicentesca di Santa Rita e la sua sostituzione con uno spazio verde ed infine la sostituzione del senso unico con doppio senso di marcia del Ponte di Santa Rita e via Corsi (sino a via XX Settembre). Il beneficio complessivo risulta notevole alleggerendo il traffico verso il centro della intasatissima direttrice Corso Tardy e Benech Corso Mazzini.



RIPRISTINO E POTENZIAMENTO DI VIA FRUGONI
Chiudere una strada centrale di Savona perchè incontrollabile ed in mano allo spaccio ed al malaffare è sempre una sconfitta. 
Potremmo definire vittoria la sua riapertura, ma a condizione che si modifichi il suo assetto, la sua dimensione, il suo livello e la sua finalità. La sistemazione dell'area limitrofa, oggi in completo degrado ed abbandono o, peggio, di saltuaria occupazione abusiva, pur confinando con un parco giochi frequentato da mamme e bambini che ne usufruiscono in uscita dalla scuola elementare De Amicis, crea il sedime necessario ad un suo innalzamento ai livelli di Corso Ricci e piazzale Moro.
Il suo allargamento permetterebbe un transito veicolare nei due sensi alleggerendo notevolmente il traffico di accesso da e verso la Stazione oggi concentrato in via Aglietto.
Ai lati della nuova via Frugoni si possono allestire un centinaio di posti auto sulle aree già in possesso del Comune, utilissimi per il parcheggio del pendolari. La strada resa sicura da una sistematica frequentazione potrebbe costituire una via di accesso pedonale alternativa all'attraversamento del malfrequentato Parco delle Nazioni.


COMPLETAMENTO DI VIA LICHENE A SAVONA I percorsi di accesso alla stazione di Savona dall’arteria di Corso Ricci, che riceverà a breve tutto il traffico indotto dall’apertura dello svincolo dell’Aurelia bis, devono essere molteplici.
Tra questi va completata via Lichene (collegando i due tratti di cui si compone), e resa fruibile nei due sensi di marcia (da e per la stazione). Saranno inoltre creati gli opportuni collegamenti con le arterie trasversali che la collegano a piazza Martiri della Libertà e potranno essere realizzati una serie di parcheggi nel tratto in cui attraversa il lato Nord degli Orti Folconi. In tal modo si creerà un ideale raddoppio di accessi e deflussi con la vicina stazione ferroviaria unitamente alla parallela via Frugoni, già oggetto di un suo potenziamento.

CREAZIONE DI ROTONDA TRA CORSO RICCI E VIA DON MINZONI

Il ripristino del doppio senso di circolazione in via Don Minzoni eviterebbe le attuali gimcana che spostano il traffico sul ponte antistante via Aglietto. Una rotonda potrebbe favorire fluidità veicolare e risparmio.

CREAZIONE DI UNA ROTONDA TRA CORSO RICCI E VIA AGLIETTO
Il ripristino del doppio senso di circolazione in via Aglietto e sul ponte antistante via Aglietto permetterebbe un accesso al centro assai più agevole ed un accesso alla stazione più razionale. Una rotonda potrebbe favorire fluidità veicolare e risparmio.

RAZIONALIZZAZIONE VIARIA DELLE AREE AD EST DEL LETIMBRO

https://youtu.be/jlYxvZWmLX4


 

NUOVO TRACCIATO PER VIA BARILE A SAVONA
La circolazione a Savona è complicata. Ma con alcuni semplici interventi si potrebbero risolvere molte esigenze. Una di queste soluzioni potrebbe consistere nel prolungamento di via Barile da Piazza del Popolo sino a via Corsi. L'intervento va completato con il ripristino del doppio senso di marcia nel tratto terminale di via Corsi tra via XX Settembre e Piazza della Consolazione.
Tale soluzione permetterebbe di alleggerire il traffico sull'asse Corso Tardy e Benech - Corso Mazzini per tutte le auto che dal quartiere di Santa Rita debbono recarsi in centro città.


RISTRUTTURIAMO L'AREA DELL'AMMAZZATOIO 
Questa petizione suggerisce una via di rilancio dell'edilizia urbana savonese basata, come già teorizzato in altre petizioni vinte, non più sulle nuove edificazioni, ma sulla razionalizzazione del tessuto urbano esistente. L'area in questione, seppure centralissima ed in prossimità del Tribunale,  è fortemente degradata, lasciata in mano alla piccola  delinquenza ed allo spaccio. Essa, un tempo adibita a mattatoio (oggi collocato in altra sede), è compresa tra via Corsi e Corso Mazzini, in una zona di edilizia per servizi bassa, diffusa, fatiscente e residuale, su cui insistono anche  manufatti ferroviari dismessi. L'operazione può essere attuata attraverso espropri per pubblica utilità e demolizioni. Le aree così recuperate saranno destinate in parte all'integrazione della viabilità ed alla creazione di parcheggi, ma soprattutto alla realizzazione di verde pubblico. In questi spazi, solitamente fruibili da tutti liberamente, troverà posto una sezione, facilmente isolabile, destinata allo spettacolo all'aperto, protetta da una tensostruttura, con dotazione di deposito per sedie rimovibili ed attrezzature audio ed illuminotecniche.
CREAZIONE DI COLLEGAMENTO VIARIO TRA CORSO MAZZINI E PARK SACRO CUORE
La demolizione di un vecchio residuo ferroviario non più agibile permetterebbe la creazione di un collegamento diretto tra Corso Mazzini e Corso Colombo favorendo lo sfruttamento del Park del Sacro Cuore, da oltre vent'anni non agibile. Inoltre questo nuovo tratto stradale, alleggerirebbe il traffico in Corso Viglienzoni e via XX Settembre, eliminerebbe una zona di forte degrado nel cuore della città, migliorerebbe la circolazione viaria nel quartiere compreso tra il tratto terminale di via XX Settembre ed il torrente Letimbro, creerebbe una cinquantina di nuovi parcheggi ed offrirebbe una nuova accessibilità al giardino dell'asilo delle Piramidi, creando un nuovo polmone verde per i residenti.
ASFALTATURA PARK PISCINA ED APERTURA SOTTOPASSO CORSO COLOMBO 
Queste misure sono volte a migliorare l'accessibilità agli arenili del Prolungamento di Savona. L'asfaltatura del park della piscina e la sua apertura ai residenti risolverebbe una situazione di degrado e di scarsità di servizi in una delle zone turistiche chiave della città. Analogamente l'apertura, dal lato Sacro Cuore, dell'esistente sottopasso stradale al passaggio pedonale, permetterebbe un'agevole e sicuro accesso al lungomare.

SOSTITUZIONE DEI SEMAFORI CON MINI ROTONDE IN VIA CORSI E CORSO MAZZINI



 

CRONACHE DEL DEGRADO SAVONESE

https://youtu.be/HcYcT5bqIQc





 


https://youtu.be/fPsURkhsJOg
Mottura Fontana 1


 
 
https://youtu.be/XPqNAkqLSE0
Mottura Fontana 2



  
https://youtu.be/TlRHSuDWqVQ
Corso Tardy & Benech 1 


   
https://youtu.be/Bc2IpseSd1Y
Corso Tardy & Benech 2 

https://youtu.be/7tELWJRhyLI
Corso Tardy &Benech 3  

      
https://youtu.be/51FqMmsm1E4
Corso Tardy e Benech 4



    
https://youtu.be/HiRGBdvhW6I
Corso Ricci   



 
https://youtu.be/P5PUMmc5rqc
Giardini Panevino

 
https://youtu.be/fsW3ZhJJTnU
I giardini dell'ASL di via Collodi




 
 
https://youtu.be/QxeaFxOVDto
Letimbro 1



      
https://youtu.be/wByYR6aJpA8
Letimbro 2  

https://youtu.be/N8fS8zK3kbM
Letimbro 3

 
https://youtu.be/0vvZ7WGWtsA
OASI CANINA DEL PARCO DI PIAZZA DELLE NAZIONI 1
 
 
https://youtu.be/LAEDkgYdma8
EX OASI CANINA DI PIAZZA DELLE NAZIONI A SAVONA 2






https://youtu.be/q2k081NN7yQ
Via Corsi





https://youtu.be/JsM46b4Uh94
L'AREA DELL'EX FABBRICA DEL GHIACCIO 1



https://youtu.be/qBmS1LKSkXg
L'AREA DELL'EX FABBRICA DEL GHIACCIO 2




https://youtu.be/q-ClEXaF9o0
Park sotterraneo del Sacro Cuore


CRONACHE DEL DEGRADO URBANO SAVONESE
Sottopassaggio dell'Aurelia al Sacro Cuore


https://youtu.be/9RIoGzvrvPc
Sottopassaggio dell'Aurelia al Sacro Cuore



https://youtu.be/A5jgkzDtn2U
Il park della piscina

CRONACHE DEL DEGRADO URBANO SAVONESE


https://youtu.be/TOHXaDUbZx4

Le aiuole dei Giardini del Prolungamento


OTTIMIZZAZIONE DELLA MOBILITA' SAVONESE
Per sostenere l’offerta commerciale del centro città si deve aumentare l'offerta di parcheggi. Per farlo celermente e a basso costo occorre sacrificare le corsie riservate ai bus creando solo delle piazzole in concomitanza con le fermate. 
Si tratta di 500 posteggi in più (Via Pertinace + Piazza Diaz 50, Via Boselli + Via Sauro + Via Vegerio 100, Via Paleocapa 150, Via XX Settembre 100 posti, Via Giacchero + Via Niella 100 posti). Per sostenere l’offerta turistico balneare del Prolungamento a Mare si può ottimizzare la disposizione dei parcheggi di Corso Cristoforo Colombo eliminando l’aiola spartitraffico, rendendo disponibile il piazzale terminale e creando continuità veicolare con Viale Dante Alighieri. Si tratta di 100 posteggi in più. 
Riduzione delle code viarie.
Occorre prevedere la sostituzione di alcuni semafori con delle rotonde. Si tratta di 14 rotonde (Corso Tardy e Benech + Corso Mazzini 7, Via Corsi 3, Corso Ricci 3, Via XX settembre 1).
Occorre prevedere l’eliminazione di alcuni sensi unici.
Si tratta di eliminare 5 sensi unici. (Via Cavour + Via S. Lorenzo, Via Torino + Via Piave, Via Don Minzoni, Via Baglietto, Ponte via Sormano + Via delle Trincee + Ponte Via Don Bosco). 
Poichè il finanziamento quotidiano a fondo perduto del trasporto pubblico è di 100 mila € occorre prevedere una sua sostituzione progressiva con 15 mila corse gratuite Uber da porta a porta che darebbero lavoro almeno a 300 giovani (a 50 corse al giorno a 7 € mediamente).
Riserviamo il trasporto in bus solo per medie e lunghe distanze o per viaggi mirati di scopo (es. orario di entrata ed uscita delle scuole).


 

UNIFICHIAMO I 6 COMUNI DELL’AREA SAVONESE La recente legge che permette agli amministratori locali (sindaci, assessori, presidenti di consigli comunali, presidenti di province, ecc.) di triplicare in tre anni i loro appannaggi, pone ancora una volta l’accento sui costi impropri della politica. Torna quindi di attualità, ma con un’estrema urgenza anche di tipo economico, la necessità di un opportuno accorpamento dei comuni con popolazione ridotta. Ma come fare queste unioni? Il problema, da etico, diventa chiaramente funzionale. I nuovi comuni dovranno includere comprensori formati da identità comuni e complementari in modo da evitare sovrapposizioni e conflitti.
Nel nostro caso proponiamo l’unione di sei comuni: Bergeggi, Vado, Quiliano, Savona, Albissola Marina ed Albisola Superiore. Si tratta di un un unicum territoriale che andrebbe amministrato in maniera coordinata ma univoca. La loro unificazione prevede risparmi economici sul personale politico (circa 150 mila €/anno, 5 sindaci, 5 presidenti del consiglio, 40 assessori), un aumento di disponibilità di fondi per un meccanismo premiale per i comuni che si aggregano, una migliore distribuzione per i vari periodi dell'anno delle forze dell'ordine, una più compatta gestione amministrativa burocratica del territorio, una programmazione volta alla valorizzazione identitaria delle varie zona (agricola di Quiliano, industriale di Vado, turistico-balneare di Bergeggi, Albissola Marina e Albisola Superiore, culturale di Savona).



UN NUOVO ASSETTO AMMINISTRATIVO DELLA PROVINCIA DI SAVONA

L’aumento costante ed ingiustificato dei costi impropri della politica necessita di un freno. Analogamente le nuove modalità produttive e logistiche richiedono un diverso assetto territoriale che preveda l’autosufficienza di ambiti territoriali più vasti in grado di fornire servizi locali che frenino (meglio invertano) le tendenze all'esodo col conseguente spopolamento di vaste zone già a scarsa insediatività.

La provincia di Savona dovrebbe essere così riorganizzata. 1 - ALASSIO (Laigueglia Andora Alassio Garlenda Testico Stellanello Casanova Lerrone) 2 - ALBENGA (Albenga Villanova d’Albenga Ortovero Cisano sul Neva Arnasco Vendone Onzo) 3 - LOANO (Loano Borghetto Ceriale Zuccarello Castelbianco Nasino Erli Castelvecchio Balestrino Toirano Boissano) 4 - PIETRA LIGURE (Pietra Ligure Borgio Verezzi Tovo San Giacomo Giustenice Magliolo Bardineto Calizzano) 5 - FINALE LIGURE (Finale Ligure Calice Noli Spotorno Rialto Orco Feglino Vezzi Portio) 6 - CAIRO MONTENOTTE (Cairo Montenotte Dego Piana Crixia Altare Carcare Cosseria Cengio Millesimo  Plodio Pallare Mallare Bormida Osiglia Murialdo Massimino Roccavignale) 7 - SAVONA (Bergeggi Vado Ligure Quiliano Savona Albissola Marina Albisola Superiore)  8 - VARAZZE (Celle Varazze Stella Giusvalla Pontinvrea Mioglia Sassello Urbe)