AVREMO UN REEF A SAVONA?
Immagina una mattina d’estate sul litorale di Savona: il mare è calmo, il sole illumina le onde e il profilo dell’isola di Bergeggi all’orizzonte. Ma sotto quella superficie scintillante c’è un mondo fragile, costantemente minacciato dall’erosione costiera, dall’impoverimento dei fondali e dalla perdita di biodiversità marina.
Non ho voluto limitarmi a contemplare il problema: ho immaginato una soluzione che fosse, insieme, protezione, rinascita e attrattiva turistica.
Un reef artificiale nato dalla scienza
L’idea è semplice nella sua genialità: posare sul fondale, in un punto strategico studiato dai tecnici, una barriera soffolta.
Non un’opera invasiva di cemento grigio, ma un piccolo reef artificiale, modellato in 3D con materiali totalmente ecocompatibili, capaci di integrarsi armoniosamente con l’ecosistema marino. Il design nasce da un algoritmo matematico che riproduce forme e cavità ideali per ospitare e favorire la riproduzione di molluschi, crostacei e pesci di varie specie. Un po’ come se si offrisse alla fauna marina un “condominio di lusso” in cui ogni nicchia è progettata per garantire riparo, cibo e possibilità di moltiplicarsi.

Perché funziona
La scienza lo conferma: una barriera soffolta agisce come un frangiflutti sommerso, riducendo la forza delle onde prima che raggiungano la riva, prevenendo così l’erosione della costa. Allo stesso tempo, le superfici irregolari e porose del reef offrono substrati perfetti per la crescita di alghe, coralli molli e spugne, che a loro volta attirano altre forme di vita.
È un effetto a catena: dove si insedia nuova vegetazione marina, arrivano piccoli pesci; dove arrivano piccoli pesci, arrivano i predatori; e presto il fondale, un tempo spoglio, diventa un’oasi brulicante di vita.
Un precedente di successo
Questa non è fantascienza né un salto nel buio. Un progetto analogo è stato realizzato in scala maggiore nel Bahrein, dove l’installazione di reef artificiali in 3D ha portato a un aumento della biodiversità e a un rilancio dell’ecoturismo subacqueo. I costi sono stati contenutissimi rispetto alle grandi opere marine tradizionali e i benefici ambientali immediati.
Turismo, natura e sicurezza
Savona potrebbe diventare un caso pilota italiano.
Con una regolamentazione precisa — corsie d’accesso delimitate, zone interdette per permettere alla fauna di crescere indisturbata, controllo delle immersioni e delle barche — il reef sarebbe una risorsa turistica straordinaria.
Gli appassionati di snorkeling e diving potrebbero esplorare un paesaggio subacqueo unico, popolato da creature che oggi, in alcuni tratti, sono rare o assenti. Le scuole potrebbero organizzare visite guidate marine, mentre fotografi e videomaker troverebbero scenari inediti.
Valore mediatico e ritorno d’immagine
Non è solo ecologia: è anche comunicazione. Il format ha già attirato l’interesse di colossi come Discovery Channel, Superquark e il canale russo Rossiya 2.
Savona potrebbe godere di un palcoscenico mediatico internazionale, con ricadute positive per l’economia locale, dalle strutture ricettive alla ristorazione, fino ai servizi per la nautica e la subacquea.
Un passo verso il futuro
L’installazione del primo elemento del reef sarebbe il punto di partenza di una visione più ampia: un arcipelago sommerso di biodiversità, un santuario marino che protegge il territorio e al tempo stesso lo valorizza.
In un’epoca in cui il mare è spesso visto come vittima delle attività umane, Savona potrebbe dimostrare che tecnologia, natura e turismo non sono nemici, ma alleati in un progetto di rinascita.


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