https://youtu.be/Eu3y8Kj7f4Y
https://youtu.be/1vuPmIkC4ZY
Di origini italiane, Gianna Williams è nata in Australia, trasferendosi a Chicago all'età di 7 anni, e poi a Londra all'età di 14 anni. Suona l'arpa celtica, specializzandosi nella musica tradizionale sia irlandese che scozzese. Incontrando la Tanya Laing nel 2009 e scoprendo un comune interesse per la musica tradizionale scozzese, hanno fondato insieme il duo Heather Lasses, "le ragazze dell'erica", la pianta che copre le montagne della Scozia con i suoi fiori viola. Nata a Glasgow, in Scozia, la soprano Tanya Laing ha debuttato come cantante all'età di 8 anni nel coro di bambini dell'opera di Nantes. Pur avendo riscontrato grandi successi come soprano lirico, ricoprendo ruoli dalla Norma alla Madama Butterfly, Tanya non ha mai perso il legame con la sua terra natia, e nel cimentarsi nei canti della sua Scozia, ama trasmettere non solo le melodie del passato, ma anche le atmosfere di una terra misteriosa, selvaggia e, proprio per quello, affascinante e romantica.
1. The Dark Island
2. Kirsteen
3. Skye Fisher’s Song
4. The Seagull of the Land-under-waves
5. Fear a bhata
6. Oran Na Maighdim Mhara
7. The Orcadian Boatman's song
8.The Great Selkie of Sule Skerry
9. Skye Boat Song
10. The Leaving of Liverpool
UN ALTRO PONTE
Situazioni di interscambio Mediterraneo
Martina Corgnati è la fondatrice e curatrice del MACHO Museo d'Arte Contemporanea Horcynus Orca.
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https://youtu.be/p4I-pEIeR-8
UN ALTRO PONTE
Situazioni di interscambio Mediterraneo
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CI VORREBBE IL MAREhttps://youtu.be/4Ky4clDKlG8
IL MARE D'INVERNO
https://youtu.be/k3JLUoQtqMc
UN ALTRO PONTE
Situazioni di interscambio Mediterraneo
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Cantano accompagnandosi con chitarra, bouzouki, dulcimer e banjo.
https://youtu.be/vjAjUhzU5I0
https://youtu.be/BLtkOomiaGI
Lord Franklin
https://youtu.be/rxg6m22y9R0
The water is wide
https://youtu.be/1dxH2jv7-LE
All for me grog
https://youtu.be/xobDkAGC6ts
Leaving of Liverpool
https://youtu.be/E1WkdmwogD0
Smugglers
https://youtu.be/DbYLzghk8zU
https://youtu.be/wBOeJkcRRE0
Un fiume di parole sante
Quanto disponibile dai Santi Discorsi
di Mohamed Allam
Un varazzino in Malesia: Giovan Battista Cerruti “capo supremo” dei Mai Darat.
di Silvia Bottaro
Sono molti altri gli italiani che per vari motivi vissero una parte della loro vita in questa zona dell’Asia sud orientale: tra questi Giovanni Battista Cerruti (Varazze 1850 - Penang 1914) in Malesia, oggetto di questo saggio. Non c’è un vero e proprio diario scritto dal Cerruti riguardo ai suoi viaggi che lo vedono dal 1881 nei mari orientali dove esplorò aspri territori, e venne a contatto con molte popolazioni isolate, come i Semang, i Negriti e, soprattutto, i Sakai. Sappiamo che: “Ancora molto giovane s’imbarcò come mozzo sulla nave "Fratelli Gaggino", appartenente a uno zio della madre, diretto a Buenos Aires. Navigò in seguito sulla "Libertà" e sulla "Vedetta", a bordo della quale raggiunse per la prima volta l'Oceano Indiano(…)” (F.Surdich). Sulla goletta “Governolo” nel 1873 era assunto come secondo pilota e nel 1881 ottenne la patente di capitano di lungo corso. Si stabilì in Indonesia, a Batavia (l’attuale Giacarta) e, poi, a Singapore dove, con alcuni soci, “… aprì una modesta casa per la preparazione dell'ananas e di altra frutta esotica, che gli valse fra l’altro un premio all'Esposizione di Torino del 1884” (F.Surdich). Parlava il malese e spesso faceva il traduttore , abbiamo alcune notizie dei suoi spostamenti quando accompagnò nell’Isola di Nias il celebre naturalista, antropologo Elio Modigliani nell’aprile 1886. E’ noto che fu nel Siam, ma per ora non è ancora chiaro cosa vi abbia fatto, anche se si può supporre che la sua azione fosse significativa in quanto il re Chulalongkorn, di passaggio per Singapore, lo cercò e, non avendolo trovato, gli lasciò per ricordo un portasigarette col monogramma reale. S’ignora, quindi, il calendario preciso dei suoi viaggi “… fra i Sakai, fu tra i Semang, i Negriti, i Sam Sam ed i Batacchi, e quante volte abbia percorso l'aspra isola di Nias, anche se è certo che egli vi fece almeno tre viaggi (…) Forse nel 1889 fu richiesto dal barone Joachim von Brenner di Vienna, alto dignitario di quella corte imperiale, come guida e interprete ancora a Nias; dove compì, infine, un altro viaggio fra gli ultimi mesi del 1890 e i primi del 1891.” (F.Surdich). Rimase quindici anni nell’Isola di Nias tra i Sakai (nome dispregiativo dato dai Malesi che significava “schiavi” alla popolazione dei Mai Darat), “… all’interno dei monti della Malacca, tribù di probabile origine australiana ridotta a 10.000 individui..”. Da tali indigeni fu nominato “capo supremo”, o meglio “… Re e dal Governatore inglese Sovraintendente presso i Sakai… “ (M.C. Giuliani-Balestrino), la notizia di tale incarico si trova accennata nel numero del 29 sett. 1900 del giornale di Taiping e grazie al quale si meritò, in segno di apprezzamento per l'attività svolta, la gran medaglia d'argento del governo locale. Scoprì varie miniere di stagno, fondò a Milano la Società dell’Estremo Oriente per lo sfruttamento delle piantagioni di caucciù per cui tornerà “una seconda volta in Italia nel 1912 per sollecitare ulteriori finanziamenti dai soci della Società dell'Estremo Oriente, da lui fondata, con sede a Milano, per la quale aveva iniziato e sviluppato le piantagioni di Havea o di Ficus elasticus”. Aveva già fatto ritorno in Italia, a Milano precisamente, nel 1906 per presentare all'Esposizione internazionale di Milano, nel padiglione destinato a illustrare le iniziative italiane all'estero, alcuni lavori fatti dai Sakai e venne presentato il suo volumetto “Nel paese dei veleni, è anche la più ampia ed originale. Venne pubblicata per la prima volta, in un ristretto numero di copie, a Verona nel giugno del 1906 in occasione dell'Esposizione internazionale di Milano e conobbe recensioni favorevoli sia in Italia sia all'estero, in particolare nei periodici inglesi, soprattutto, dopo che fu tradotta in tale lingua. Verso la fine del 1907 comparve invece nel Giornale illustrato dei viaggi, la nota pubblicazione curata dalla casa editrice Sonzogno, la relazione Fra i cacciatori di teste dell'isola di Nias, concernente il resoconto del viaggio compiuto dal Cerruti a Nias fra gli ultimi mesi del 1890 e i primi del 1891. Queste due testimonianze furono poi raccolte e pubblicate sotto un unico titolo nel 1931, a Firenze, a cura di Paride Forniti” (F. Surdich).
Sappiamo che tenne sempre vivi rapporti, contatti con “naturalisti come G. Doria, R. Gestro, ecc., e con esploratori come M. Camperio, U. Cagni e L. M. D'Albertis. Ebbe pure rapporti di amicizia con Garibaldi negli ultimi anni di vita del generale. Numerosi sono i musei nazionali che egli contribuì ad arricchire con interessante materiale proveniente dall'Estremo Oriente: va ricordato in particolare quello di Savona, sua provincia di origine, al quale egli donò una rarissima collezione di armi malesi ed alcuni splendidi esemplari di animali indigeni”(F.Surdich). “Ricco materiale etnografico raccolto da Cerruti si trova in molti musei come quelli di Roma, Torino, Milano, Genova, Vienna”.
Sappiamo che Cerruti rientrò a Penang il 15 giugno 1891, portando con sé un'interessante e ricca collezione etnografica, che vendette o cedette al governo del Perak, il quale la destinò al Museo di Taiping e ne abbiamo notizia, con qualche descrizione, che riportiamo tra virgolette sotto, in Notes ethnographiques sur les naturels de l'ile de Nios, sud-ouest de Sumatra. Tale collezione poteva contenere alcune armi come lance con la punta di ferro, solitamente uncinate, coltelli di due modelli, scudi di due tipi distinti tra cui uno di legno chiaro, talvolta ricoperto di rame, e arrotondato con listelli di legno più duro. Ha “una manica” per passare il braccio, non conoscono né archi né frecce. “…Non conoscono nemmeno le barche; fanno solo zattere per attraversare i fiumi. Lavorano essi stessi il ferro delle loro armi, e si impiegano i mantici a doppio cilindro per sostituire il vento nelle loro fucine, gli stessi comunque di quelli impiegati dai Semang dell'alto Perak, e dai più lontani abitanti del Madagascar… Ai foderi dei coltelli sono attaccati quattro o cinque denti di animali come tigri, rinoceronti, ecc. ; menzioniamo anche un piccolo idolo di legno intagliato e diverse scatole di bambù contenenti pietre…. dodici sassi. Si presume che queste pietre siano state raccolte dal luogo in cui è stato ucciso un uomo. Tutti questi talismani sono piegati in un pezzo di stoffa rossa. Le trappole, come quelle dei Sakai, sono usate per uccidere maiali, cervi, ecc.. Va anche menzionato che la mascella inferiore degli animali è conservata e appesa a trofei nelle case, come tra i Sakai delle parti selvagge di Perak. Ci sono due tipi di lampade in uso tra questi selvaggi. Uno è in rame giallo, l'altro in terracotta. Quest'ultima lampada e un piccolo idolo sono gli unici esempi di ceramica che il signor Cerruti ha visto. I bambù sono usati per gli utensili da cucina allo stesso modo dei nostri Sakais e dei nostri Semang….I cesti e tutto il lavoro di vimini sono ben fatti e decorati con graziosi disegni… Tutte le case contengono idoli grossolanamente scolpiti nel legno. Rappresentano gli spiriti buoni e cattivi e sono invocati con offerte di carne ecc. (…). Gli strumenti musicali sono rappresentati nella collezione di Cerruti da pifferi di bambù, un'armonica di legno grezzo, piccoli tamburi ricoperti di pelle di serpente, arpe (?) come un'arpa e pochi altri strumenti di bambù molto simili a quelli dei Sakais e dei Semang.” Questa descrizione ci permette di entrare nel mondo della quotidianità dei sakai e delle popolazioni che Cerruti ha studiato, rispettato per tanti lustri venendo a conoscenza della loro ampia dimestichezza sui veleni che ricavavano dalla natura circostante, in un equilibrio semplice ma veramente efficace. E’ inutile dire che la generosità di Cerruti verso il Museo di Savona meriterebbe di essere meglio riconosciuta, cercando di salvare dalle offese del tempo la sua donazione e di renderla fruibile, almeno, virtualmente per incrementare studi, ricerche ulteriori su quella civiltà e sulle vicende umane di questo nostro esploratore ligure.