lunedì 18 settembre 2023

TERRE DEL PASSO: VALORIZZAZIONE TURISTICA DELL’AREA DEL PASSO DI CADIBONA


VALORIZZAZIONE TURISTICA DELL’AREA DEL PASSO DI CADIBONA

Un po’ di storia del grande Nemus Saonense

di Silvia Bottaro

Si ricorda che la Società Savonese di Storia Patria di Savona, grazie alla ricerca condotta a cura di Nicolò Cassanello e Furio Ciciliot,  ha pubblicato un fascicolo di toponimi del nemus saonense (secc. XI – XIII), a cui queste note si riferiscono. Il grande bosco (nemus) si estende nelle alte valli dei torrenti Letimbro - questa è la valle principale il cui nome deriva dal torrente Letimbro, toponimo nato nel Seicento in ambito poetico arcadico, forse dal poeta Gabriello Chiabrera,  e dal latino laetus imber (lieta pioggia)- poi converge sul Letimbro, lungo diciasette chilometri, in sponda destra la breve vallata del Lavanestro, nonché in quelle parallele del Quiliano, in parte sconfinando nella vicina Valle Bormida con la vallata del Consevola, sita al di là dello spartiacque, e nella parte montana dell Sciusa, ovvero nell’attuale comune di Vezzi Portio.  L’altitudine minima è situata a pochi metri sul livello del mare, mentre la massima giunge a superare gli ottocento metri sul monte San Giorgio (m. 835), al limite tra il comune di Savona e quello di Cairo Montenotte, proseguendo lungo la costiera divisoria sulla dossale del monte Baraccone (m. 819).   La maggior parte della sua superficie è collocata, quindi, sul versante marino ad altitudini poco elevate, in zone ricche d’acqua con situazione climatica che ha favorito una abbondante copertura vegetale di latifoglie, con sporadiche presenze di macchia mediterranea nella parti meno elevate ed esposte al sole. Proprio l’estensione della copertura forestale ha caratterizzato il rilevante valore geografico-economico del bosco, situato nei pressi della costa di una zona che presenta antropizzazione già fin  dai secoli protostorici, con al centro Savona, una delle principali città portuali del mar Ligure. Nello studio sopra citato sono stati rinvenuti ben n. 500 nomi di luoghi anteriori alla fine del secolo XIII. La maggior parte dei quali localizzati: da essi è possibile capire la reale estensione del nemus e tentare di ricostruire le prime vicende storiche, legate a tale bosco, il maggiore della Liguria costiera, a meno di cinque chilometri dalla linea di battigia.  Si parla di una estensione superiore a duemila ettari di carpini, roveri, faggi, di una alternanza di strade, sentieri, pascoli, coltivazioni, mulini, forse miniere d’argento, cappelle medievali e possibili resti di insediamenti più antichi. Si può far risalire alla data del 1080 (primo atto su pergamena che identifica tale territorio) quando gli enti locali iniziarono ad occuparsi di tale bosco. Oggi una parte di esso, circa 220 ettari, è foresta demaniale (Foresta Demaniale di Cadibona). Tutto ciò ci porta a dire che il bosco di cui parliamo è almeno millenario e che sarebbe importante salvaguardarlo di ingerenze distruttive. Il termine Nemus Saonense è utilizzato  a partire dal secolo XIII per identificare quella parte del bosco di proprietà del comune di Savona. Ancora nel 1080 la stessa area era definita “silva”, segno probabile della sua ancora modesta conversione all’uso antropico, se è esatto ricorrere a tale distinzione tra silva e nemus basandosi sui diversi gradi di sfruttamento delle risorse forestali e pastorali. Le prerogative riguardano una zona estesa fino al giogo montano che segna il confine con le terre boschive di Cairo e di Dego (con insediamenti temporanei per coloro che utilizzano il bosco per estrarvi i prodotti forestali o per il pascolo. Tra gli altri tributi si nomina l’escatico del bosco, con riferimento, forse, alla raccolta dei prodotti naturali come i frutti degli alberi selvatici. Va ricordato che risale ai primi decenni dell’XI secolo la fondazione dell’Abbazia di Ferrania, situata nei pressi dei confini del bosco, ma già nel versante padano. Alcune proprietà della chiesa di Ferrania all’interno del Nemus sono ricordate in tre documenti (117,1176, 1180) e riguardano una probabile miniera d’argento nella vallata del Lavanestro. Un documento del 16 agosto 1265 riporta i confini del bosco. Nel 1263, per Savona divenne necessario costruire una base giuridica possessoria per i terreni utilizzati dai privati. Così tutti i numerosi atti, confluiti nel secondo Registro della Catena del Comune di Savona, servirono a determinare la localizzazione, l’estensione, lo status giuridico dei beni: sono 225 documenti, negli anni a seguire molti altri atti vennero redatti. Per quanto è per ora noto, non risultano esistere altre serie documentarie simili in territori vicini: il loro studio permette di affrontare alcune questioni importanti come la reale estensione del bosco di Savona, la distribuzione delle essenze arboree originarie, dell’utilizzo del suolo e fini agricoli, agli insediamenti umani, ancora da identificare, legati al sistema viario che lo attraversava, all’uso delle risorse minerarie. Nel 1192 Savona riscattava dai Marchesi del Carretto anche il territorio del bosco con la sua copertura arborea, costituita prevalentemente da fustaia che rimase, quasi, intatta per tre secoli. L’unico insediamento abitativo, baricentrico al bosco, all’inizio fu San Bartolomeo, dove i Padri Agostiniani  fondarono una piccola chiesa, con monastero, e vi rimasero fino al 1343, quando si trasferirono in città, affidando la coltivazione della cascina un manente. Verso la fine del sec. XV e inizio sec. XVI sorsero nuovi insediamenti abitativi: Bandite nel 1481; Cella e Cornarea nel 1490; Naso di Gatto nel 1516. Nel 1528, facendo seguito alla guerra con Genova, anche il bosco venne confiscato a incluso nei beni di pertinenza della Camera del Governo di Genova che lo gestì con la nomina di un Commissario e un drappello di soldati. Questa data segna un cambio di tendenza:
Fu instaurato un assetto di controllo rigido tendendo a escludere, quasi totalmente, gli abitanti della valle dagli antichi e vitali diritti di legnatico e di pascolo;
Fu avviata un’opera di disboscamento sistematico che innestò un lento ma costante depauperamento della copertura arborea;
Fu avviata una politica di concessioni in enphiteusim.
Il grande nemus saonense un tempo era una delle fonti principali della potenza economica della città di Savona. Infatti al bosco attingevano l’industria navale, le arti del fuoco, i fabbri. L’insediamento a nuclei prevale nella bassa e media valle del Letimbro, mentre nell’alta valle è affiancato da cascine isolate con stalla e fienile per la pratica dell’allevamento di bovini/ovini e abbinato a culture agrarie di cereali, patate o rape con pochi ortaggi e alberi da frutta ad uso famigliare. I nuclei polifamigliari più antichi hanno una struttura più complessa con case in pietra, tetti in ardesia, rustici ai piani bassi collegati ai piani superiori, a volte con scale esterne, come in molti insediamenti liguri in pendio. Inoltre nella valle sono presenti resti d’interventi paleo industriali (cartiere, mulini, una miniera). Molti istituti religiosi ebbero dei terreni e case con coltivazioni anche per gli istituti assistenziali che sorsero dopo l’Apparizione della Madonna al Botta (18 marzo 1536). Questa Valle, poi, presenta peculiarità, anche, geologiche e geografiche: è la valle che immette al passo meno elevato di attraversamento dell’arco alpino-appenninico in tutto Italia centro-settentrionale e come tale è stato molto importante strategicamente risultando teatro della famosa battaglia napoleonica di Montenotte.  Sono, poi, notevoli i valori ambientali, storico-culturali e paesaggistici della Valle del Letimbro: ìl genius loci che ha ispirato tanti pittori savonesi e non savonesi come Eso Peluzzi, per questo motivo l’Associazione “R. Aiolfi” no profit, Savona ha chiesto al Comune di Savona di nominare il borgo del Santuario di Savona come “Borgo degli Artisti”, sperando in una risposta.





Partendo dalla curiosità geografica di essere il punto in cui finiscono gli Appennini e cominciano le Alpi, il passo di Cadibona e le zone limitrofe potrebbero diventare un momento di grande attrazione turistica. Infatti possono unire momenti naturalistici, con la visita speleologica alla riaperta miniera di lignite in cui sono stati ritrovati gli importanti resti di Anthracotherium magnum, un suinide scomparso nell'Oligocene, momenti culturali attivi partecipando alle campagne archeologiche di scavo (che potrebbero avere sede stabile presso la casermetta della Ex Forestale) e di visita presso il museo del vetro che raccoglie le testimonianze di una tradizione locale millenaria celebre nel mondo. Il quadro potrebbe concludersi con la visita alla risorgimentale Piazzaforte di Altare, importantissimo complesso di fortificazioni composto da Forte Tagliata di Cadibona, Forte Tecci e Forte Cascinotto, in cui potrebbe trovare sistemazione definitiva il cospicuo corredo di resti archeologici repertati nelle vicinanze.

TERRE DEL PASSO DI CADIBONA LA NOSTRA MESOPOTAMIA Una serie di Associazioni Culturali del Savonese uniscono le loro forze in un progetto comune per il rilancio di una vasta area dell'entroterra che potremmo definire "la nostra Mesopotamia" cioè il territorio compreso tra il torrente Letimbro ed il torrente Lavanestro sino al passo di Cadibona.
Le elenchiamo in ordine alfabetico: 
Aiolfi, Coordinamento, DoMani, In Legend, Museo dei fossili di Bormida, Pippinin, QuiArte.
Ad ognuna di loro è affidato uno o più progetti:
Il Nemus Saonense, i suoi toponimi e la sua storia
La filiera del legno combustibile
L'arte che si espande nel bosco
Trekking a cavallo
Trekking e laboratorio didattico naturalistico
Laboratori di autoproduzione
Mostre e laboratorio didattico dei fossili
Ciclovia di rievocazione storica Final Borgo-Altare
Chabrol ed il canale navigabile
Al fine di riunire, ospitare e divulgare, in un unico punto di riferimento tutte le iniziative in progetto è stata individuata come ottimale la ex casermetta della Forestale di Cadibona (oggi in possesso della Regione Liguria). Per questo le associazioni formulano unitamente (capofila Associazione Aiolfi) la richiesta della concessione in comodato d'uso gratuito secondo modalità da concordare.

Profilo Canale navigabile di Chabrol

Ciantagalletto Santuario

Maschio Santuario

Montemoro Cadibona

Castel Sant'Agata La Miniera Trekking in MTB

Trekking a cavallo Quiliano Cadibona

Trekking a cavallo Cadibona San Bartolomeo del Bosco

domenica 17 settembre 2023

UNISAVONA: Architettura contemporanea da Bilbao a Neom: UniSavona Iscrizione da lunedì 18 Settembre



FARE CITTA'

LA CADUTA DI SAIGON PARADIGMA DEGLI ANNI SETTANTA

L'EREDITA' DEGLI ANNI OTTANTA

LA PRESENZA DEL PASSATO NEL POST MODERN

DELIRIOUS NEW YORK

I RAPPORTI TRA ARCHITETTURA E NATURA


IL REGIONALISMO CRITICO

L'AFFERMAZIONE DELL'ARCHITETTURA HIGH TECH

LA DIMENSIONE SIMBOLICA DELL'ARCHITETTURA RESIDENZIALE

THE UN-PRIVATE HOUSE

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Sala della Sibilla a Savona Venerdì 15 Settembre 2023 ore 17