🗳️ Referendum sull’autonomia differenziata: si parte?
Dopo l’approvazione della legge sull’autonomia differenziata, le opposizioni – in primis PD e M5S – hanno avviato la raccolta firme per chiedere un referendum abrogativo. L’obiettivo è fermare un modello che, secondo i promotori del referendum, rischia di accentuare le disuguaglianze territoriali.
Intanto si attende il verdetto della Corte Costituzionale, che dovrà valutare l’ammissibilità del quesito referendario. Un’estate calda per la politica italiana.
⚖️ Cosa prevede la legge sull’autonomia?
Il provvedimento consente alle Regioni di richiedere la gestione diretta di funzioni oggi in capo allo Stato: sanità, istruzione, trasporti, ambiente. Una riforma voluta dalla Lega, che sostiene l’idea di un’Italia “più efficiente” ma che secondo i critici rischia di creare cittadini di serie A e serie B.
🤝 Tavoli tecnici Governo-Regioni
In parallelo, il Governo ha avviato i primi tavoli tecnici con le Regioni per definire i livelli essenziali delle prestazioni (LEP), vero nodo cruciale per l’attuazione concreta della riforma.
Il rischio? Che i territori più forti accelerino, lasciando indietro quelli più deboli.
🗳️ I tempi del referendum
Se la Corte darà il via libera al quesito, il voto potrebbe tenersi tra la primavera e l’autunno 2025. I promotori dovranno raccogliere 500.000 firme entro settembre.
L’opposizione punta a fare del referendum una grande battaglia nazionale per la coesione territoriale.
📌 I punti chiave del dibattito
- 🏥 Gestione differenziata della sanità
- 🏫 Regionalizzazione dell’istruzione
- 📊 Disparità nei servizi tra Nord e Sud
- ⚖️ Equilibrio tra autonomia e unità nazionale
- 📅 Legittimità e tempistiche del referendum
🔍 Quali scenari all’orizzonte?
Il confronto sull’autonomia sarà uno dei temi centrali dell’autunno politico.
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