venerdì 31 maggio 2024

Corso di economia europea: Lezione 14 LA NUOVA VIA DEL COTONE

LA NUOVA VIA DEL COTONE

https://youtu.be/cxf7S3NeotM











Via della Seta? Ecco perché Meloni preferisce la Via del Cotone

La visita della premier Meloni a Nuova Delhi segna un momento importante per la proiezione italiana verso Oriente. Mentre l’Asia arriva sul tavolo di Palazzo Chigi anche per la scadenza del memorandum per la Via della Seta (da rinnovare?), ecco perché Roma guarda verso la Via del Cotone che passa da India e Giappone.

Dopo l’attività diplomatica nel Mediterraneo nelle scorse settimane, la Grand Strategy italiana sposta l’attenzione sull’Asia. Mancano pochi mesi alla scadenza del memorandum d’intesa sulla Via della Seta siglato dal governo Conte I con la Cina. Intervistato dal Messaggero in merito al possibile rinnovo, Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, uno degli uomini più ascoltati del governo Meloni, ha predicato prudenza: “Bisognerà muoversi di concerto con gli Stati europei e anche con gli Stati Uniti, con i Paesi Nato, perché un’alleanza è un’alleanza, non solo militare”. Con riferimento alla Nato, ha aggiunto, “si difende il diritto internazionale, la libertà. Per noi è un dogma a salvaguardia delle nazioni democratiche”.

Ed è con questo spirito che il dossier Indo-Pacifico è arrivato sul tavolo operativo di Palazzo Chigi. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è in partenza per Nuova Delhi, invitata dal suo omologo indiano, Narendra Modi, come ospite di eccezione al Raisina Dialogue, conferenza sulla sicurezza regionale organizzata dall’Orf, il più importante think tank del subcontinente. L’ambasciatore in India, Vincenzo De Luca, ha dichiarato “gli equilibri che si stabiliranno nell’Indo-Pacifico influenzeranno in misura determinante le dinamiche globali, con effetti anche per il nostro Paese.

L’Italia, assieme ai partner dell’Unione europea e nel quadro della strategia comune, ha chiara l’esigenza di fare la propria parte”.

Nell'incontro si sigleranno nuove forme di cooperazione di cui Matteo Perego di Cremnago, sottosegretario alla Difesa, appena rientrato da una missione indiana, ha delineato –le potenzialità. Il driver è il settore in cui attualmente l’Italia può muovere più efficacemente le sue leve, il mondo difesa e sicurezza. È lì che incontra gli interessi indiani e quelli di altri partner. Come per esempio gli Emirati Arabi Uniti.

Meloni, di ritorno dal vertice con Modi, è passata per gli Emirati Arabi Uniti (incontrando il presidente Mohammed bin Zayed), altro Paese interessato alle eccellenze (industriali e capacitive) che l’Italia può offrire da quel settore – sebbene non solo a quello. È infatti in costruzione un sistema di collegamento geostrategico tra Indo-Pacifico e Mediterraneo allargato, di cui Nuova Delhi e Abu Dhabi sono protagonisti: sicurezza energetica, alimentare, sanitaria, spaziale, sono alcuni dei grandi temi sul tavolo. Argomenti determinanti per navigare il futuro.

Emirati e India sono due dei motori che dinamizzano quest’asse globale che passa dai contatti tra Egitto e Corea del Sud (che mettono in relazione Suez e Busan, per dire), ma anche dall'importanza che l’apertura del corridoio omanita offre nell'ottica di collegare Israele all’Asia (il Levante mediterraneo con il Mar Cinese, sempre per continuare con le immagini).

Un quadro che rende l’idea di come le interconnessioni siano estremamente cruciali in questo momento, con la necessità di costruire supply chain (cioè catene di approvvigionamento) più resilienti e protette – come la pandemia prima e la guerra russa in Ucraina poi ha insegnato. Una connettività dimostrata già nello spirito pratico, con progetti come Blue System e Raman System – il sistema di cavi sottomarini, curato da Sparkle del gruppo Tim, insieme a Google e altri operatori, che collegherà l’Europa all’India e che potrà essere esteso a altre aree dell’Indo-Pacifico.

La nuova Via dei dati 

Sparkle, operatore globale del gruppo Tim, ha avviato la posa del BlueMed, ramo dell’infrastruttura che renderà la città ligure un nuovo snodo per il traffico tra Africa, Medio Oriente, Asia ed Europa. Domani l’incontro tra Meloni e Modi in India, estremità orientale del maxi-progetto sottomarino Google “BlueMed è destinato a essere un hub centrale nel traffico digitale del Mediterraneo allargato e rappresenta una straordinaria occasione di cooperazione con le aree del mondo che vedranno la maggiore crescita dell’utilizzo delle comunicazioni digitali nel prossimo decennio”.

Con queste parole Enrico Bagnasco, da alcuni mesi amministratore delegato di Sparkle, ha commentato l’avvio della posa del cavo sottomarino BlueMed che collegherà l’Italia con la Francia, la Grecia e Israele, con varie diramazioni nel Mediterraneo.

All’evento genovese di martedì hanno partecipato anche Giovanni Toti, presidente di Regione Liguria, Marco Bucci, sindaco della città, e Jayne Stowell, Strategic Negotiator, Global Infrastructure di Google. Grazie a BlueMed, Roma torna ad affacciarsi direttamente sulle direttrici di comunicazione intercontinentali a cento anni dalla posa del cavo Anzio-New York-Rio de Janeiro-Buenos Aires da parte di Italcable (precursore di Sparkle). Il cavo fa parte del più ampio progetto di Google, lungo più di 5.000 miglia, che dall’Italia si estende fino in India, evitando il Mar Rosso e le sue instabilità grazie al passaggio per Israele.

Il cavo, si legge in una nota, fa parte del progetto Blue Submarine Cable System, realizzato in partnership con Google e altri operatori con ulteriori estensioni nei continenti africano e asiatico (Blue System collegherà Italia, Francia, Grecia e Israele; Raman System, invece, Giordania, Arabia Saudita, Gibuti, Oman e India). La posa è iniziata il 31 gennaio con la stesura della diramazione in Sardegna (Golfo Aranci) ed è proseguita il 9 febbraio con l’approdo a Pomezia, sul litorale romano.

Da Genova, il cavo proseguirà verso sud attraversando il Tirreno fino al Sicily Hub di Palermo, data center neutrale di Sparkle connesso con diciotto cavi internazionali, dal quale procederà attraverso lo Stretto di Messina e il Mar Mediterraneo fino al Mar Rosso.

Il primo tratto Genova-Golfo Aranci-Pomezia-Palermo sarà operativo già a partire da maggio, mentre a giugno 2023 verrà completata anche l’estensione verso la Corsica a Bastia.


L’approdo a Genova è in corso al largo del porto dove il cavo entra nell’infrastruttura di approdo Genova Landing Platform caratterizzata da una multicondotta sottomarina detta “Bore Pipe” e, tramite una rete di tunnel e gallerie sottosuolo per 6 chilometri, raggiunge il datacenter Open Landing Station di Genova Lagaccio, punto di interconnessione aperto e neutrale con altri cavi sottomarini e reti terrestri nazionali e continentali.

Il sistema di approdo della Genova Landing Platform è stato progettato per accogliere, oltre a Blue, fino ad altri sei diversi nuovi cavi in modo sicuro e senza impatti per l’ambiente e la città, ponendo il capoluogo ligure come nuovo snodo per il traffico tra Africa, Medio Oriente, Asia ed Europa e via preferenziale per i futuri sistemi sottomarini alla ricerca di un accesso diversificato sulla costa europea occidentale.


I2U2

Forme di collegamento mini-laterali stanno diventando il fattore chiave in questa fase storica, con l’Italia che potrebbe per esempio entrare come “terza I” nel sistema I2U2 che connette India, Israele, Uae e Usa. E qui arriva a perfezione l’incontro con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Roma quando Meloni tornerà dal tour orientale. Allo stesso modo, collegamenti in consolidazione con il Giappone (anche in questo caso partendo dal mondo della difesa e sicurezza.

Il Gcap, Il Global Combat Air Programme, progetto annunciato a inizio mese dai governi di Giappone, Italia e Regno Unito per lo sviluppo dell’aereo da caccia di sesta generazione entro il 2035, fanno supporre che l’Italia possa allungare la cooperazione con l’India creando ad esempio un trilaterale con Tokyo e Nuova Delhi.

Perché allargare l’I2U2 all’Italia è possibile. L’I3U2 è possibile

Secondo il direttore generale del Dubai public policy research centre, Bhuth, una partnership tra Italia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, India, Corea del Sud e Giappone sulla Blue Economy può avere un enorme impatto su questioni globali. L’I3U2 è possibile.

La visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in India prima ed Emirati Arabi Uniti poi, ha aperto a una riflessione sulle opportunità che l’Italia potrebbe avere all’interno dell’articolato sistema dell’Indo Pacifico e delle sue interconnessioni con il Mediterraneo allargato. Gli incontri di Nuova Delhi con Narendra Modi e di Abu Dhabi con Mohammed bin Zayed, rispettivamente leader di due dei più vivaci interpreti dell’asse Est-Ovest, rappresentano un combinato disposto —  che per altro nei prossimi giorni potrebbe essere arricchito dall’arrivo in Italia del primo ministro israeliano, Banjamin Netanyah. Israele che per altro sarà anche oggetto del primo viaggio all’estero del presidente del Senato Ignazio La Russa - lunedì il bilaterale con il presidente della Knesset.

India, Emirati, Israele sono parte del sistema I2U2 insieme agli Stati Uniti, un gruppo che stando al primo comunicato congiunto — pubblicato il 14 luglio 2022 — teorizza “investimenti congiunti e nuove iniziative in materia di acqua, energia, trasporti, spazio, salute e sicurezza alimentare”. Se l’accademico indiano Rajan Mohan teorizza l’inclusione dell’Egitto in quanto “al confine tra il Mediterraneo, l’Europa, l’Africa e l’Asia, l’Egitto è il centro e il cuore del Grande Medio Oriente”, altrettanto sembra possibile per l’Italia.

Dunque esistono certi spazi per Roma? “Personalmente ritengo che una partnership tra Italia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, India, Corea del Sud e Giappone sulla Blue Economy possa avere un enorme impatto su questioni globali come il sequestro del carbonio, la sicurezza alimentare, la sicurezza energetica, la sicurezza idrica e l’urbanizzazione marina. Le implicazioni regionali e globali sono enormi”.


Atalanta

Roma, con l’invio di “Nave Morosini” nell’Indo Pacifico sta dimostrando di essere maggiormente interessata alle attività di quell’area, seguendo lineamenti della strategia europea per la regione. E questo non significa sganciarsi dalle dinamiche della regione di prossimità. Piuttosto è l’acquisizione di consapevolezza che il Mediterraneo allargato è di fatto la spalla occidentale del perimetro indo-pacifico. E qui si segue anche un interesse dimostrato dal governo precedente, con la rotta che diventa un’orientazione strategica.

D’altronde, le missioni sul Golfo di Aden e sul bacino somalo – come “Atalanta” – cos’altro sono se non la protezione delle linee di collegamento tra le due regioni più vivaci del mondo? E dunque, se Atalanta protegge dalle mire dei pirati sui cargo entranti e uscenti tra Est e Ovest, l’implementazione di queste potrebbe essere la creazione di sistemi di collegamento politico tra i Paesi interessati e più attivi e capaci nel guidare certe dinamiche.

La posta in gioco riguarda la costruzione di quella che potremmo definire la Via del Cotone, infrastruttura geopolitica composta da Paesi like-minded, cioè che la pensano allo stesso modo, interessati alla protezione del diritto internazionale e delle libertà. E questo richiama il secondo grande tema asiatico che approda sul tavolo di Palazzo Chigi, il rinnovo del memorandum di intesa sulla Belt and Road Initiative – la Via della Seta. Nei fatti, la firma avventata al protocollo arrivata con il governo Conte I, non ha portato eccessivi benefici all’Italia (uno sbilanciamento politico che non ha dato guadagni nemmeno sul piano economico).

Differentemente il genere di partnership qui ipotizzate lungo la Via del Cotone, diventano un approccio molto concreto, basato su driver efficaci. Intese più prossime alla postura storica politico-mentale italiana, alla visione euro-atlantica e al moltiplicatore di forza che essa rappresenta.



1 LA SCUOLA INUTILE


In queste 130 pagine sono raccolti e sistematizzati circa 80 post pubblicati sul blog LA VERITÀ PER FAVORE
(https://civicnessitalia.blogspot.com/)
sui temi della disoccupazione, della GIG Economy e della scuola. Oggi la disoccupazione giovanile è un tema cruciale della società e dell'economia. Fa da contraltare a ciò una nuova economia dei "lavoretti" provvisori a cui i giovani sono costretti e la cui dimensione, in continua crescita, ha finito per creare una sorta di economia parallela, legata in particolare al web, la cosiddetta GIG Economy. Ma quali sono le cause di tutto ciò? Una in particolare viene esaminata più a fondo: la crescente inadeguatezza del sistema formativo. Un mondo a sé stante, elefantiaco ed autoreferenziale, costosissimo e dannoso, praticamente irriformabile, che continua ad insegnare saperi obsoleti secondo una logica prenovecentesca che non permette la comprensione della realtà che ci circonda e che non fornisce conoscenze ed abilità utili per essere inseriti nel mondo del lavoro. Questa è la scuola inutile. Come può cambiare? Viene presentata la traccia di un radicale riforma, contenutistica e metodologica, in cui imparare e lavorare non sono più visti come termini in contrasto ed in successione, ma come due facce contemporanee della stessa medaglia.

2 NUOVI MODELLI DI SCUOLA

 
Nuovi modelli di scuola prosegue idealmente il discorso iniziato con La scuola inutile. Come allora si tratta della raccolta sistematizzata dei contenuti pubblicati in una serie di post sul blog LA VERITÀ PER FAVORE
(https://civicnessitalia.blogspot.com/). Il metodo, già sperimentato con successo, è quello di invertire i criteri di progettazione delle nuove didattiche. Oggi ogni riforma della scuola, parte dalla rielaborazione, con qualche aggiustamento più o meno consistente, dell'impianto formativo esistente.Viceversa, considerando questo sistema irriformabile, la partenza avviene dall'analisi della realtà extracolastica (il futuro è adesso) e degli enormi progressi dell'informatica e della robotica (amico robot). Su ciò vanno calibrate le nuove esigenze formative, le metodologie didattiche, i contenuti, le abilità, il reclutamento dei docenti, un continuo scambio tra scuola e lavoro. Quella a cui assistiamo è una nuova offerta formativa, temporalmente circoscritta e flessibile, modellata a fine percorso sulle opportunità occupazionali immediate dei soggetti.

3 I LIMITI DEL GLOBALE

 

I limiti del globale affronta le problematiche sorte a causa della globalizzazione, fenomeno di lungo corso, ma che negli ultimi 20 anni ha avuto un’accelerazione assai significativa, generando a cascata fenomeni socio-economici difficilmente controllabili. Raccoglie in maniera  sistematica i post pubblicati sul blog  LA VERITÀ PER FAVORE (https://civicnessitalia.blogspot.com/). Partendo dai diversi ambiti in cui essa si articola (la globalizzazione) esso ripercorre i vani sforzi degli organismi internazionali per porre rimedio alle disfunzioni più gravi (l’impotenza dell’ONU) fino all'ingovernabilità della situazione europea attuale (la crisi europea dei migranti) ed alle contraddizioni comunitarie (uscire dall'UE).

4 IL SISTEMA ITALIA

  

Il sistema Italia affronta le problematiche italiane degli ultimi 20 anni e la difficoltà delle soluzioni. Raccoglie in maniera sistematica i post pubblicati sul blog  LA VERITÀ PER FAVORE 
(https://civicnessitalia.blogspot.com/).
Partendo dai diversi ambiti sociali delle aree geografiche che compongono la nostra penisola (il sistema Italia), esso si addentra nell'analisi del poco soddisfacente status economico (un’economia drogata), tocca l’inadeguatezza della nostra classe dirigente a risolvere i problemi (una classe poco dirigente) e la forza di interdizione verso ogni semplificazione di gestione operata dai funzionari dell’Amministrazione Pubblica (burodittatura). Individua infine la strada di una possibile soluzione nello sforzo di ammodernamento digitale che è in atto (agenda digitale).

 5 CARO MARIO TI SCRIVO

  

Caro Mario ti scrivo affronta le criticità italiane più recenti indicando tracce di soluzioni. Raccoglie in maniera sistematica i post pubblicati sul blog  LA VERITÀ PER FAVORE
(https://civicnessitalia.blogspot.com/).
Immagina di inviare una serie di lettere a chi ha responsabilità di governo cercando di dare una lettura non banale della realtà italiana (criticità), proponendo soluzioni precise ed articolate (proposte) e mettendole in relazione con le riforme messe in cantiere ma non ancora completate (promesse).
 
6 SOSTIENE NAT RUSSO

 

Sostiene Natrusso affronta sotto forma di metafora il luogocomunismo imperante spacciato sotto la categoria etica del politicamente corretto. Raccoglie in maniera sistematica i post pubblicati sul blog  LA VERITÀ PER FAVORE
(https://civicnessitalia.blogspot.com/).
Sono toccati temi sociali (vi parlo di politica), ecologici (bufala verde non avrai il mio scalpo), transfrontalieri (import export) ed economici (pochi maledetti e subito). Ne esce uno spaccato anticonformista, vivace ed immediato della vis polemica che l’autore quotidianamente riversa nei suoi seguitissimi social.

7 NON MI ROMPERE I TABÙ

  

Non mi rompere i tabù raccoglie in maniera sistematica i post grafici pubblicati sul blog LA VERITÀ PER FAVORE
(https://civicnessitalia.blogspot.com/).
Attraverso l’uso di più tipi di grafica umoristica e paradossale (fumetto, solarizzazione, riproduzione caricaturale, ecc.) sono toccati temi artistici (aste televisive), sociali (dandy & milf), politici (non prendeteci per il Colao), giochi linguistici e nonsense (paradoxa). Ne esce uno spaccato anticonformista, vivace ed immediato della vis polemica che l’autore quotidianamente riversa nei suoi seguitissimi social.

8 CIVICNESS ITALIA

Il seguente volume raccoglie in maniera sistematica post apparsi su blog, interventi in conferenze pubbliche, seminari di studio, repliche ad articoli pubblicati su quotidiani, settimanali, mensili, ecc. In ognuno di essi si può notare come, ad ogni spunto polemico, segua sempre una pars construens in cui si illustra una proposta di riforma o almeno una traccia di soluzione di un problema. A differenza di quanto avvenuto in passato, in cui venivano sviluppate tematiche autoconcluse (La scuola inutile, Nuovi modelli di scuola, I limiti del globale, Il sistema Italia, Caro Mario ti scrivo, Sostiene Nat Russo, Non mi rompere i tabù) in questo caso tutti i differenti elementi convergono verso un unico target dinamico: la creazione di un soggetto politico plurale portatore di una volontà di cambiamento forte basata sulla CivicnessLa Civicness, ossia il senso civico, pare essere la materia più rara (ma più necessaria) oggi in Italia. Prevale un diffuso senso di disimpegno, di menefreghismo, di “basto a me stesso”, di “se posso arraffo”, di “alla faccia degli altri”, di “io sono più furbo e ti frego”, di “dacci dentro con l’assalto alla diligenza”, di “ogni lasciata è persa”, di “ma che il fesso sono solo io?”. L’algoritmo sociale proposto per CIVICNESS va certamente limato ed approfondito, ma allo stato attuale, come ogni progetto open source che si rispetti, esso viene dato in affido alla comunità scientifica perché lo faccia proprio, lo implementi, lo migliori, ne verifichi i punti deboli e le carenze, ne segnali le sempre possibili contraddizioni. Si tratta comunque di un atto fondativo. Civicness Italia nasce oggi. Nat Russo Italia, Liguria, Savona, 1 Gennaio 2022