https://youtu.be/m38OOYOvP6o
Scuola per Food Engineering e Precision Livestock Farming
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Laurea Magistrale in Food Engineering
“Tutto nasce dall'eredità lasciata da Expo, dalla scommessa di riqualificare non solo un'area fisica e dal dovere di recuperare i valori che quell'evento ha portato in giro per il mondo per sei mesi, e cioè il valore del cibo e della nutrizione e quelli di un settore importante della nostra economia”.
Ha utilizzato queste parole Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano, per presentare ufficialmente il nuovo Corso di Laurea Magistrale in Food Engineering.
In lingua inglese con la partecipazione attiva di 7 aziende partner operanti a vario titolo nell'agrifood, e cioè Esselunga (supermercati), Goglio (sistemi di imballaggio), Granarolo (prodotti caseari), Nestlè (prodotti dolciari), Number1 (operatore logistico), Unilever Italia e Unitec (macchinari). Queste lmprese faranno parte dell'Advisory Board per controllare lo stato di avanzamento del percorso di studio, offrendo opportunità di cooperazione concrete e supportando le attività didattiche con seminari, visite tecniche, stage e tesi in azienda.
I numeri dell'agrifood italiano
La sicurezza del prodotto, la protezione del marchio, il controllo della filiera, sono oggi punti fermi per pensare a un'industria alimentare di successo su scala globale, e lo sono a maggior ragione in funzione del peso dell'agrifood, un settore in crescita del 2,2% nel primo quadrimestre del 2019 (dati Federalimentare) e una delle espressioni più importanti del Made in Italy all'estero, con 42 miliardi di euro di export. Antonio Boselli, Presidente di Confagricoltura Lombardia, che ha ricordato molto orgogliosamente come nella sua Regione venga prodotto il 14% del Pil agricolo italiano, coprendo il 20% dell'export di prodotti agroalimentari. “L'agricoltura è di fronte a grandi sfide soprattutto a livello produttivo, ambito nel quale serve fare innovazione per aumentare i volumi e per farlo in modo sicuro, efficiente e sostenibile, migliorando la gestione dei dati che si producono ogni giorno sui campi".
Una figura “innovativa”
Il ruolo delle tecnologie, nell'evoluzione di questo settore, è altresì essenziale: agricoltura di precisione, localizzazione tramite Gps, sensori e droni, tracciabilità dei prodotti in formato digitale, innovazione dei processi della logistica, del packaging, del big data, perché i dati sono pervasivi anche nel food e diventano uno strumento fondamentale anche per un'azienda alimentare. "Abbiamo guardato agli esempi virtuosi in Europa e negli Usa, capendo che dovevamo unire due profili: uno più vicino alle discipline dell'agraria e uno più vicino alle materie scientifiche. I tempi sono maturi per la figura dell'ingegnere alimentare”. “E’ emerso in modo netto che per affrontare le sfide dell'industria alimentare serve un nuovo approccio ingegneristico, orientato all'innovazione, perché è un settore che deve evolvere come filiera, in fatto di tracciabilità e di riduzione degli sprechi, di velocità e capacità di comunicazione, di apertura di nuovi canali commerciali come l'e-commerce, che oggi pesa solo per il 5% delle vendite complessive”.
Scuola per moderni allevatori
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