https://youtu.be/W1YYQ8cx_qU
Basta il 3% della popolazione per cambiare le cose?
Ho sostenuto da sempre che tutti le forme reali di governo, siano esse trasnazionali, nazionali, regionali, provinciali, comunali, non siano mai totalmente tiranniche o democratiche. E ciò indipendentemente dalla modalità della loro salita al potere, siano esse guerre di liberazione, secessioni, occupazioni, rivoluzioni cruente ed incruente, colpi di stato più o meno sanguinosi, elezioni popolari, cambiamenti legislativi che hanno indotto a profondi cambiamenti.
Credo piuttosto che il potere vero sia sempre stato (e sempre più lo sarà) in mano ad oligarchie lobbystiche che, con mezzi diversi (economici, massmediali, religiosi, militari, occupazioni di posizioni strategiche, ecc.) lo gestiscono, magari sottotraccia.
Capi di unioni, stati, regioni, province, comuni, devono sottostare ad esse nella pratica del governo, sia pure esso "un buon governo".
Dipende solo capire per chi è un “buon governo”.
Se lobby oligarchiche ci suona troppo passatista e brutale usiamo pure il termine più soft di stakeholder.
Chi sono e come fanno costoro a gestire oggi il potere?
Innanzitutto ci sono i partiti politici.
I partiti politici erano una volta organizzazioni che rappresentavano specifiche ideologie ed in nome di esse perseguivano obiettivi politici diversi. Oggi i partiti sono aggregati di correnti in lotta per la supremazia interna, che si servono del partito in quanto "stakeholders" di quelle categorie che attraverso il loro sostegno finanziario, il loro coinvolgimento attivo e il loro voto ne sostengono il potere. Nella politica, ci sono individui, organizzazioni, imprese e lobby che contribuiscono finanziariamente alle campagne elettorali e alle attività politiche. Questi donatori investono denaro per influenzare le politiche o per promuovere i propri interessi attraverso i politici che supportano.
Ci sono poi le organizzazioni e i gruppi di interesse.
Essi si concentrano su questioni specifiche, come i sindacati, le associazioni di categoria, le organizzazioni ambientaliste, le ONG e così via. Questi gruppi cercano di influenzare le decisioni politiche per promuovere le proprie cause.
Il loro coinvolgimento può avvenire in vari modi all'interno del processo politico. Ad esempio, possono partecipare a consultazioni pubbliche, audizioni parlamentari, gruppi di lavoro, comitati o commissioni istituite per affrontare specifiche questioni politiche. Possono fornire informazioni, esperienze, punti di vista e suggerimenti che possono influenzare le decisioni politiche e contribuire alla formulazione di politiche più complete ed efficaci. Possono anche svolgere un ruolo nel plasmare l'agenda politica, sottolineando le questioni che ritengono importanti e cercando di attrarre l'attenzione dei decisori politici e dell'opinione pubblica su determinati temi. Possono promuovere i propri interessi e cercare di influenzare le politiche pubbliche attraverso campagne di sensibilizzazione o mobilitazione dell'opinione pubblica. Inoltre possono fungere da meccanismo di controllo e responsabilità per i decisori politici. Possono monitorare l'attuazione delle politiche pubbliche, valutare i risultati e fornire un feedback critico sulle prestazioni dei politici e delle istituzioni governative. In questo modo possono contribuire a garantire una maggiore responsabilità e trasparenza nel processo politico.
Purtroppo, sia le correnti politiche che i gruppi di interesse, possono avere interessi diversi e talvolta conflittuali. Pertanto, la politica politicante è sempre impegnata in un delicato processo inclusivo che permetta di bilanciare e mediare tali interessi, al fine di sviluppare politiche che soddisfino in toto o in parte queste esigenze, garantendole così il prosieguo della gestione del potere.
Si spera che almeno qualche volta le scelte siano nel migliore interesse della collettività nel suo complesso.
Nessun commento:
Posta un commento