https://youtu.be/x42fQ-Pm4_k
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLyxSn5S4JOL8zwbPHfa6IY96jSoURhp4ZYFoyY2U78G7Q6mGpBMRda0XOJGchGqG7kJIZFVQZ9EnB9NWSQZDS-gdPZvCAZ760s2vD4PQl0tJaVme1b9eXLFHFS15j2XorIsOs6NhpH6pjVZ__zthLzcce8MVFTul6AJfA3nPcRuR13BFy0S8_nZH-efUz/s1600/imperialismo.png)
Da dove viene la globalizzazione? Una risposta è sicuramente “da lontano da molto lontano almeno da quando all'epoca della Rivoluzione Industriale il Regno Unito è stato una super potenza mondiale”. L'industrializzazione permise la produzione standardizzata di oggetti per la casa impiegando le economie di scala mentre la rapida crescita della popolazione creava una crescente domanda di beni.
Nel corso del secolo, tra il 1820 e il 1850 le navi a vapore ridussero significativamente il costo dei trasporti internazionali e quelli ferroviari fecero altrettanto con i trasporti nell'entroterra. Tutte le nazioni abbracciarono quindi il commercio internazionale, quello che possiamo pensare come un primo embrione di globalizzazione. In questo periodo venne modellato in modo decisivo l'imperialismo di fine secolo, rivolto principalmente verso l'Africa e verso l'Asia. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il lavoro dei politici portò agli accordi della conferenza di Bretton Hood nella quale i maggiori governi costituirono il framework della politica monetaria internazionale, del commercio, della finanza e venne considerata la fondazione di svariate istituzioni internazionali per aiutare la crescita economica e abbassare tutte le barriere commerciali.
Un colpo decisivo alla globalizzazione del Commercio avviene nel 1956 con l'invenzione dei container da spedizione. Si poteva contare su un modello replicabile con grande facilità e soprattutto con misure standardizzate che poteva essere caricato e scaricato dalle navi montato su dei camion in qualsiasi parte del mondo.
Fino alla crisi petrolifera del 1973, lungo tutta la fase di grande prosperità attraversata dai paesi più sviluppati, l'economia mondiale aveva acquisito un carattere compiutamente internazionale ma non ancora transnazionale. Le singole aziende pur commercializzando i propri prodotti in tutto il mondo svolgevano la maggior parte dell'attività ancora all'interno dei confini dei rispettivi stati. Dalla fine degli anni 70 questo scenario cominciò a cambiare nella direzione di una economia completamente globalizzata, segnata da una nuova divisione internazionale del lavoro, affollata di società multinazionali e per la prima volta anche transnazionali.
Nel XX secolo un ulteriore sensibile impulso alla globalizzazione è stato dato dalle tecnologie informatiche e dalla diffusione capillare della rete internet. Un dato ci permette di comprendere meglio le conseguenze economiche. Le esportazioni nel 1970 costituivano l'8 % del PIL mondiale nel 2001, cioè 30 anni dopo, esse rappresentavano il 16,2 % del PIL mondiale e, siccome in questi 30 anni il PIL mondiale era triplicato, bisogna immaginarsi quindi che le esportazioni sono cresciute di un valore assoluto enorme.
Parallelamente a questo sviluppo si è verificato un forte incremento del trasporto aereo poiché l'aviazione divenne sempre più conveniente per la classe media. Nei paesi più sviluppati, politiche di cielo aperto e compagnie aeree a basso costo aiutarono a portare nuova competizione nel mercato. I programmi di scambio interculturale per studenti divennero assai popolari. Inizialmente erano volti ad incrementare la comprensione e la tolleranza dei partecipanti nei confronti di altre culture, migliorare la capacità linguistica e ampliare gli orizzonti sociali. Si trattava tuttavia ancora di un fenomeno, numericamente parlando, abbastanza contenuto e riservato alla formazione di una élite internazionale, ma accanto al crescente nomadismo culturale dei primi, incominciò anche quello dei secondi, cioè i figli delle classi medio-alte. In 20 anni le esperienze formative all'estero creerebbero di 20 volte.
Cominciò parimenti però anche la migrazione economica dei cosiddetti ultimi o dei cosiddetti penultimi, con la grande differenza che essa fu unilaterale, senza ritorno, dai paesi in via di sviluppo a quelli sviluppati. Nel periodo compreso tra il 1965 e il 1990 la quota di forza lavoro che migrava, anche se si trattò di un fenomeno di massa, aveva dei numeri che potevano essere tollerati perché l'utilità per chi partiva e per chi accoglieva era reciproca.
I lavoratori si mossero verso aree con salari più alti e la maggior parte del mondo in via di sviluppo si orientò verso l'economia di mercato internazionale, quella cioè che garantiva una crescita migliore. Il fenomeno fu reciprocamente vantaggioso in quanto che il mercato internazionale cominciò a vendere i propri prodotti verso le aree più disagiate. Il fenomeno però assunse connotazioni diverse quando nel 1989 iniziarono le rivoluzioni che investirono l'Europa centro-orientale.
La successiva liberalizzazione in molte parti del mondo sfociò in una significativa espansione delle interconnessioni globali. Il collasso dell'Unione Sovietica portò al superamento delle divisioni del mondo instaurata con la guerra fredda. Gli Stati Uniti ebbero la strada spianata per imporre una sorta di libero mercato planetario. Furono gli anni dell'edonismo Reaganiano, il mondo economico grazie alla deregulation si espanse si espanse si espanse fino a implodere di colpo con la grande recessione del 2007.
Una crescita minore o addirittura una crescita negativa.
Arrivarono gli anni in cui si teorizzò la cosiddetta decrescita felice. Solo nel 2013 venne recuperato il GAP. Sei anni terribili poi di colpo tutto cambiò poiché iniziò l'epoca della grande rivoluzione informatica, un'accelerazione della storia come mai l'umanità aveva conosciuto, un gigantesco rimescolamento di carte in cui si crearono dal nulla, grazie soprattutto a risorse capacitive, imperi economici dematerializzati e globali, ma soprattutto nacquero e si diffusero in maniera invasiva e pervasiva i nuovi saperi che divisero il mondo in due nuove categorie: gli alfabetizzati e gli analfabeti digitali.
La diffusione dell'informazione e dei mezzi di comunicazione rivoluzionò la logistica delle merci e dei saperi la grande rete mondiale del WWW permise ai singoli, alle aziende, agli enti pubblici, di fare conoscere la propria attività e mettere a disposizione informazioni di ogni genere solo aprendo un sito, una sorta di spazio contenitore di dati accessibile via Internet da qualsiasi distanza e da qualsiasi computer a costi estremamente contenuti.
L'economista Giancarlo Pallavicini afferma che “anche per l'effetto della tecnologia informatica la globalizzazione può definirsi come uno straordinario sviluppo delle possibili relazioni non soltanto economico-finanziarie tra le diverse aree del globo con modalità e tempi tali da fare sì che ciò che avviene in un'area si ripercuota anche in tempo reale sulle altre aree più lontane con esiti che i tradizionali modelli interpretativi dell'economia e della società non sono in grado di valutare ancora correttamente anche per la simultaneità tra l'azione ed il cambiamento che essa produce in una esaltazione della dinamica dell'economia.”
Siamo sempre più sollecitati al cambiamento dalla distruzione creatrice. L’informazione in rete è sempre più sovrabbondante, sempre più trash, sempre più ricca di informazioni, col rischio di rendere talvolta difficile la ricerca dei dati veramente utili. Trovare l'informazione, recepirla e diffonderla non bastò più. Bisognava anche capirla e utilizzarla al meglio. Da qui l'espressione economia della conoscenza. Ci fu chi rifiutò questa sovrabbondanza di informazioni in rete, ma parimenti si sviluppò un fenomeno di ritorno, inverso alla necessità di muoversi fisicamente per il globo, una sorta di globalizzazione immobile. Si pensi a pratiche in pochissimo tempo diventate globali. Due in particolare: l'e-commerce e l’e-finance.
La prima riguarda qualsiasi tipo di transazione finalizzata alla vendita di un prodotto o di un servizio, in cui gli attori interagiscono elettronicamente tramite il web, anziché attraverso contatti fisici. I giganti dell'e-commerce o commercio elettronico al momento sono Amazon, eBay e Alibaba. Il secondo grande ambito fu quello della e-finance cioè la prestazione di ogni genere di servizi finanziari attraverso internet in particolare: il sistema elettronico dei pagamenti, le transazioni relative alla fornitura di servizi finanziari e gli investimenti.
Nessun commento:
Posta un commento